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SCUOLA: RAGAZZI DISABILI DISCRIMINATI DA TEST INVALSI

12 maggio 2011 Nessun Commento

ROMA – “Le prove Invalsi (Istituto Nazionale per la Valutazione del sistema di istruzione e di formazione) rischiano ancora una volta di discriminare i ragazzi con bisogni educativi speciali, nonostante non siano finalizzate alla valutazione degli alunni ma al monitoraggio dei livelli di apprendimento conseguiti dal sistema scolastico”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” sottolineando che “neppure la buona volontà dei Presidi e la sensibilità dei docenti può sopperire a un visione discriminatoria delle prove”.
“Le prove Invalsi – afferma la presidente di SDR – sono la negazione del principio che ha portato all’istituzione della scuola pubblica statale e alla fruizione democratica del sapere. Non può essere applicata una prova standard quando il fondamento della scuola italiana è quello dell’apprendimento individualizzato e dell’inclusione della persona svantaggiata garantendo pari opportunità. E’ inoltre assurdo che un giovane del ginnasio sostenga la stessa prova d’Italiano e/o Matematica di un ragazzo che frequenta un Istituto Professionale. Non si comprende infatti la finalità di una serie di test che non valorizzano le risorse dei singoli indirizzi di studio ma li vagliano”.
“Aldilà degli aspetti tecnici – ricorda Caligaris – le prove che saranno somministrate contemporaneamente ai ragazzi del biennio delle scuole medie di secondo grado domani martedì 10 maggio, non offrono alcuna garanzia del rispetto delle prerogative degli studenti con piani educativi individualizzati. Se partecipano alle prove con gli altri compagni subiscono una frustrazione in quanto non possono affrontare il test con il docente di sostegno. Se le prove le svolgono fuori dalla classe vengono di fatto esclusi dall’esperienza con il resto dei compagni. Se infine viene loro proposta una prova alternativa è evidente a tutti la loro condizione”.
“Non è un caso quindi – conclude Caligaris – che molti Istituti abbiano rifiutato di accogliere le prove. La sfida proposta dall’Istituto Nazionale di Valutazione non è adeguata alle finalità alle quali intende rispondere come tanti affermano, purtroppo inascoltati, da diversi anni”.

La versione integrale di questo articolo è disponibile all’indirizzo: www.agenparl.it

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