ASCESA DAGLI INFERI di Giuseppe Vignolo
Accogliamo e pubblichiamo, ringraziando l’autore, il contributo in versi che Giuseppe Vignolo ha presentato in occasione del dibattito sul libro di Annino Mele “Sa Grutta de sos mortos”. Una parola che aiuta a riflettere e a capire.
ASCESA DAGLI INFERI
cammino aggrappato alla vita,
mi accompagna il silenzio assordante
dei miei incubi.
Ho inzuppato il pane nel sangue,
ho rincorso chimere senza volto
Porto con me il dolore delle vedove,
delle madri, di famiglie intere
di un pianto senza lacrime,
arido come il deserto,
il deserto del mio cuore.
Cammino tra cadaveri senza volto,
non voglio,non posso ricordare i loro nomi
ma erano uomini, nacquero tra le speranze
caddero nell’oblio del loro assassino.
Adesso voglio che il silenzio diventi verbo,
parola generatrice di vita,di amore,
di fratellanza nella disuguaglianza.
Adesso, dimentichi degli antichi dolori,
prendetemi per mano e portatemi sulle ali degli angeli.
Voglio volare leggero tra le nuvole, tra le stelle,
essere rapito dalla luce dell’infinito che da esse emana
e, almeno per un attimo, essere un tuttuno con
“Amor che move il sole e l’altre stelle “
e vivere un eterno momento di felicità
mano nella mano con le sofferenze di un mondo che non le ascolta.
Voglio vivere in pace,
inzuppare il pane nel pozzo di Giacobbe e condividerlo
con i miei ritrovati fratelli
e pace sia.
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