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DIRITTI: REGIONE IGNORA PER 24 ANNI RICHIESTA PER CAUSA DI SERVIZIO

7 marzo 2011 Nessun Commento

 

 

“La Regione Sardegna ha ignorato per 24 anni la richiesta di riconoscimento della causa di servizio di un ex dipendente andato in pensione dopo 40 anni di lavoro. Soltanto nel 2009 dopo la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale, che aveva minacciato la nomina di un commissario ad acta, l’Assessorato degli Affari Generali, Personale e Riforme ha chiesto il parere medico legale alla competente Commissione”. Il caso paradossale di inerzia della burocrazia regionale è stato denunciato da Maria Grazia Caligaris presidente dell’Associazione Socialismo Diritti Riforme dopo “essere venuta a conoscenza del mancato rispetto del diritto di un cittadino ad ottenere una risposta ad una sua legittima richiesta”.

            La clamorosa vicenda, che rischia di trascinarsi fino al 2019 – anno di prescrizione dell’eventuale ricorso al giudice del lavoro – se la Regione non dovesse riconoscere la causa di servizio, è stata esposta all’associazione da M. A. che “amareggiato, deluso, mortificato e arrabbiato” ritiene di esser vittima di una grave ingiustizia. “Il suo calvario  – precisa Maria Grazia Caligaris auspicando un gesto riparatorio da parte della Regione – ebbe inizio formalmente il 15 marzo 1985 quando chiese all’amministrazione il riconoscimento della causa di servizio in  relazione alla patologia “trombosi della vena centrale della retina dell’occhio sinistro” da lui contratta durante il periodo di servizio al CRAAI (Centro regionale antimalarico ed antinsetti). Non  avendo avuto risposta alla domanda corredata dalla documentazione medica, l’8 gennaio1996, dopo 11 anni , aveva notificato una formale diffida a provvedere. Mentre l’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente il 24 gennaio 1996 aveva escluso di aver mai ricevuto alcun atto relativo alla pratica, l’Assessorato regionale degli Affari Generali, Personale e Riforme il 19 marzo 1996, aveva dato atto di aver a suo tempo inoltrato la richiesta al CRAAI avendolo ritenuto competente a provvedere sul punto.. Con successiva lettera M. A. il 9, il 10 ed il 20 maggio 1996 ha nuovamente diffidato gli uffici intimati a pronunciarsi sulla domanda di riconoscimento della causa di servizio senza però ottenere alcuna risposta”.

            “A questo punto – sottolinea la presidente di SDR – la vittima di questo incomprensibile atteggiamento degli uffici regionali si è rivolta, con ricorso notificato il 26-28 novembre 1996 al Tribunale Amministrativo Regionale chiedendo “l’illegittimità del silenzio inadempimento” alle sue istanze.  Ha però dovuto attendere 12 anni la pronuncia del TAR che con sentenza, condannandola al pagamento delle spese processuali, “ordina alla Regione Sardegna di concludere il procedimento avviato con istanza di riconoscimento della causa di servizio con un provvedimento espresso  nel termine di 90 giorni con l’avvertenza che in caso di inadempimento si provvederà alla nomina di un Commissario ad acta”. La decisione del Tar mette finalmente in moto l’Amministrazione regionale che il 28 gennaio 2009 investe del caso il Collegio Medico Legale dell’Azienda Ospedaliera Brotzu che il 19 maggio successivo esprime parere negativo precisando tuttavia di “essere disposta a rivedere ed a rivalutare il proprio parere qualora venisse prodotta una documentazione che dimostri un quadro di ipertensione e/o aterosclerosi antecedenti alla comparsa della trombosi della vena centrale della retina dell’occhio sinistro”. Il 27 luglio 2009 l’Assessorato agli Affari Generali invia all’interessato la determinazione assunta e copia del verbale del 19 maggio del collegio medico precisando che “ha trenta giorni di tempo per promuovere ricorso gerarchico”  e che “può inoltre promuovere ricorso giurisdizionale al Giudice del Lavoro, previo esperimento del tentativo obbligatorio di  conciliazione entro il termine prescrizionale di 10 anni”. Il 9 dicembre 2009 A. M. presenta la documentazione richiesta dal Collegio medico. Ma è tutto inutile in quanto solo l’11 agosto 2010 l’Assessorato invia al Collegio Medico, e per conoscenza all’interessato, la richiesta di riesame della pratica presentata dall’ex dipendente”. Un caso emblematico di quanto la burocrazia – conclude Caligaris – incida pesantemente sulla vita delle persone privandole anche del più elementare dei diritti: avere una risposta a un quesito”.  

Cagliari, 7 marzo 2011

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