DAP IGNORA DA 10 MESI ORDINANZA MAGISTRATO SORVEGLIANZA NUORO
“Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria da dieci mesi non adempie ad un’ordinanza del Magistrato di Sorveglianza di Nuoro che ha dichiarato ‘l’illegittimità dell’assegnazione del detenuto Michele Ascone, 32 anni di Gioia Tauro, alla Casa Circondariale di Bad’e Carros’ costringendo così il giovane, sofferente per la parziale amputazione del braccio sinistro, a subire la lesione del diritto alla territorialità della pena e della salute”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” denunciando il grave trattamento subito da Michele Ascone che, in una lettera, lamenta “di essere stato assegnato a Nuoro per punizione e di esservi rimasto nonostante la disapplicazione del decreto di imposizione del regime di sorveglianza particolare disposta con ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Potenza; di essere stato allontanato dalla famiglia e di avere dovuto interrompere il corso alberghiero trattamentale che frequentava nella Casa Circondariale di Melfi”. Denuncia inoltre che, nonostante i forti dolori e la scarsa mobilità della mano per la parziale amputazione dell’avambraccio sinistro non gli vengono somministrate le cure prescritte dall’area sanitaria. Mentre nel dicembre scorso si trovava per una udienza a Vibo Valentia il dirigente sanitario aveva infatti richiesto che il paziente venisse sottoposto ad un ciclo di chinesi ed elettrostimolazione. Nonostante la richiesta dell’area sanitaria, il detenuto è stato riportato a Nuoro dove peraltro, il 16 novembre 2010, il sanitario incaricato aveva richiesto “visita fisiatrica e terapia da eseguirsi presso il CDT dell’amministrazione”. Al 30 gennaio scorso il detenuto era ancora in attesa delle decisioni del DAP in merito al trasferimento a Melfi o in un Istituto vicino alla famiglia dove potersi curare.
“In attesa delle decisioni della Procura della Repubblica a cui il detenuto si è rivolto, è evidente – sottolinea Caligaris – che il DAP ha assunto un atteggiamento, non solo di non rispetto, senza specifiche motivazioni, di un provvedimento della Magistratura di sorveglianza, ma che ignora i principi costituzionali della rieducazione e della umanizzazione della pena. Michele Ascone, che deve scontare ancora 4 anni della condanna definitiva a 16 anni, ha infatti il diritto ad essere sottoposto alle cure mediche prescrittegli dai responsabili delle aree sanitarie di due Istituti penitenziari per evitare i forti dolori e la definitiva compromissione della mano e dell’arto sinistro. Per quanto concerne la richiesta di trasferimento non accolta è un caso paradossale che potrebbe trovare parziale giustificazione esclusivamente in un clamoroso errore degli uffici provocato dall’emergenza sovraffollamento. E’ tuttavia necessario – conclude la presidente di SDR – che il Ministro Alfano sia investito della vicenda per chiarire i diversi lati oscuri che presenta”.
Cagliari, 8 febbraio 2011
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