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CARCERI: DETENUTA CHE SI PROCLAMA INNOCENTE TENTA DI NUOVO IL SUICIDIO PER NON TORNARE IN CELLA

9 febbraio 2011 Nessun Commento

“Prosper Nwachukwu, 25 anni, nigeriana, che da 17 mesi si proclama innocente, ospite della comunità “Il Samaritano”, ha tentato il suicidio davanti alla prospettiva di tornare in carcere. Il gesto di disperazione, peraltro giù messo in atto dalla donna alcuni mesi orsono per uno stato depressivo, è stato compiuto dalla giovane quando ha saputo che avrebbe dovuto lasciare la comunità. Trasportata al pronto soccorso dell’ospedale “San Martino” di Oristano, dopo le cure per disintossicarla in seguito alla sostanza tossica ingerita, la donna ha chiesto di lasciare l’ospedale per essere ricoverata nel reparto di psichiatria. Evidentemente per un’incomprensione, anziché essere sistemata e piantonata nell’apposito reparto del “San Martino”, è stata tradotta nella Casa Circondariale di Buoncammino dove è giunta in gravi condizioni al punto che i medici del Centro clinico, prestatele le prime cure, ne hanno disposto il ricovero in psichiatria al Santissima Trinità”. Lo denuncia Maria Grazia Caligaris, presidente dell’Associazione “Socialismo Diritti Riforme” che segue Prosper dal momento del suo arresto.

“La donna – ricorda Caligaris – sta scontando una condanna a 6 anni di reclusione per detenzione e traffico di stupefacenti, nonostante il connazionale con cui si trovava al momento dell’arresto ne abbia dichiarato la totale estraneità dinnanzi ai Giudici. L’uomo aveva ingerito prima della partenza da Napoli per Cagliari ovuli con quasi un chilogrammo di eroina, fatto del quale la ragazza afferma di non essere mai stata a conoscenza. Da 17 mesi, assistita dall’avv. Herica Dessi, proclama la sua innocenza e ha chiesto di poter essere ospitata in una comunità o in una struttura alternativa al carcere. Caduta in depressione il 23 agosto scorso ha tentato il suicidio a Buoncammino. Dopo un periodo di ricovero nel Reparto di Psichiatria, durante il quale ha appreso la notizia della morte in Nigeria della figlioletta di 7 anni, è stata ospitata nella Comunità “Il Samaritano” ad Arborea. Alla notizia di dover tornare in carcere non ha retto ed ha tentato nuovamente di togliersi la vita.

“Il nuovo grave episodio accaduto a Prosper – sottolinea Caligaris – conferma che la donna è assolutamente incompatibile al carcere. La serenità e l’equilibro che faticosamente aveva ritrovato al “Samaritano”, dopo il primo ricovero, sono stati brutalmente interrotti dalla comunicazione del ritorno in carcere successivamente aggravato da quanto accaduto all’ospedale di Oristano. Al di là dell’individuazione delle  responsabilità, è urgente ed indispensabile che la giovane donna, attualmente piantonata in ospedale a Cagliari trovi una sistemazione in una comunità o in una struttura alternativa al carcere. Ciò anche per evitare che l’ulteriore piantonamento di un detenuto in ospedale non gravi sull’esiguo organico di Agenti della Polizia Penitenziaria in forza a Buoncammino”.    

  Cagliari, 9 febbraio 2011

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