“Una giovane donna di origine lettone in stato di gravidanza è reclusa nel carcere di Buoncammino dallo scorso mese di gennaio. Si tratta di una ragazza, in attesa di giudizio, accusata di favoreggiamento di prostituzione. Le sue condizioni sono incompatibili con la carcerazione specialmente in un Istituto in cui il sovraffollamento non può garantire una stato di benessere adeguato al periodo di gestazione”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, avendo appreso la situazione di I. P., 31 anni, lettone, residente a Carbonia.

                “E’ evidente – sottolinea Caligaris – che una donna in attesa di un bambino non può restare dentro una cella se non altro per avere garantite condizioni igieniche adeguate e per la necessaria dieta alimentare. Non può essere ignorato il fatto che nello specifico si tratta di una gestazione di circa 6 settimane quelle più delicate per la vita”.

                “Sarebbe quindi opportuno un provvedimento del Giudice per consentire alla donna di attendere la conclusione delle indagini e il relativo processo in un ambiente più ospitale. La presenza della detenuta incinta del resto crea ansia e preoccupazione tra gli operatori penitenziari. E’ infatti evidente che in casi così delicati non basta la pur immancabile sensibilità dei Medici e delle Agenti di Polizia Penitenziaria e neppure quella delle compagne di cella e di sezione. Occorrono invece condizioni di vivibilità – conclude Caligaris – che il carcere di Buoncammino non è in grado di offrire. Per questo è indispensabile il gesto umanitario di un Giudice che consenta alla giovane donna di essere collocata ai domiciliari”.

Cagliari, 15 febbraio 2011