DDL SVUOTA CARCERI: PRIME RINUNCE DETENUTI BUONCAMMINO CAGLIARI
“E’ stato soprannominato ‘svuota carceri’ il provvedimento del Ministro della Giustizia Angelino Alfano divenuto legge e quindi operativo dal 16 dicembre. In Sardegna però, nella Casa Circondariale di Buoncammino, si registrano le prime rinunce a usufruirne. Secondo i detenuti ci sono troppi rischi di ritornare in carcere e scontare una pena ancora più grave di quella che viene trasformata in detenzione domiciliare”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” soffermandosi sulle reazioni dei detenuti dell’Istituto cagliaritano al provvedimento di legge.
“Nella Casa Circondariale solo una minima percentuale, inoltre, potrà utilizzare la nuova legge. Alcune donne e finora pochissimi uomini. Innanzitutto – precisa la presidente di SDR – c’è un problema di individuazione del domicilio. Molti dei detenuti cagliaritani non dispongono di un’abitazione o perché sono extracomunitari senza permesso di soggiorno provenienti da altre località oppure perché tossicodipendenti e/o ammalati senza famiglia. Alcuni vivevano in stanze in affitto e dopo l’arresto sono stati costretti a lasciarle. Altri, in assenza di strutture pubbliche disposte ad ospitarli, non trovano dimora per le difficili condizioni economiche delle famiglie. I detenuti, peraltro, incontrano serie difficoltà a affittare case o singole stanze anche per gli effetti dei controlli notturni effettuati dalle forze dell’ordine”.
“Vi sono inoltre – sottolinea Caligaris - altri due aspetti che si incrociano. Il primo è che nel caso di ‘evasione’ dai domiciliari, avendo usufruito del beneficio della legge, si rischia una pena da 1 a 5 anni. Spesso, purtroppo, sono considerate “evasioni” dai domiciliari anche le uscite per recarsi nel cortile adiacente alla casa per raccogliere il prezzemolo o l’attraversamento della strada per comprare il pane. Il secondo riguarda la valutazione della violazione dagli arresti domiciliari reato che il più delle volte si esaurisce con il patteggiamento. A prescindere dalla motivazione, l’allontanamento dai “domiciliari” è anche considerato reato ostativo ad ottenere i permessi e le misure alternative previste dall’Ordinamento penitenziario”.
“Insomma i numeri reali rispetto all’atteso svuotamento della Casa Circondariale di Cagliari – prosegue la presidente di SdR – sono molto deludenti come del resto segnalato da più parti. Intanto se i Magistrati di Sorveglianza accettassero tutte le richieste, potrebbero ottenere gli arresti domiciliari circa una quarantina di detenuti. Ciò significa che il sovraffollamento non cesserebbe affatto. Nel migliore dei casi – conclude Caligaris – si profila anche con questo provvedimento un comportamento schizofrenico e palesemente anticostituzionale della legge. Nei territori con servizi e luoghi di residenza pubblici (case di accoglienza per tossicodipendenti, case-famiglia, residenze sanitarie ecc.) cioè nelle realtà ricche potrà essere applicata. In realtà come la Sardegna invece l’applicazione diventa molto più difficile”.
Cagliari, 28 dicembre 2010
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