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CARCERI: IN PARLAMENTO CASO DETENUTO MILIS TRASFERITO A TARANTO

23 dicembre 2010 Nessun Commento

                Sarà il Ministro Angelino Alfano a spiegare perché Graziano Congiu, bracciante agricolo di Milis (Oristano) in stato di detenzione in quanto ritenuto responsabile di una rapina, è stato trasferito dal carcere di piazza Mannu di Oristano alla Casa Circondariale di Taranto. Il caso, segnalato all’associazione “Socialismo Diritti Riforme” dall’avv. Aurelio Schirru, è stato portato all’attenzione del Ministro della Giustizia dai Parlamentari sardi Amalia Schirru e Guido Melis con un’interrogazione.

            Facendosi interprete delle problematiche suscitate dal provvedimento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, gli interroganti hanno evidenziato che il difensore ha lamentato di non poter svolgere nel migliore dei modi il proprio lavoro. “Le distanze dalla Sardegna – si legge nel documento – creano di fatto problemi insormontabili che ledono il diritto della difesa sancito dalla Costituzione italiana. Senza entrare nel merito della decisione sull’applicazione dell’articolo 14-bis della legge sull’ordinamento penitenziario secondo cui veniva applicato il regime di sorveglianza particolare, di fatto, il detenuto è stato privato di ogni minima possibilità di difesa in ordine al procedimento penale per il quale è stato tratto in arresto”.

            “Questa fase predibattimentale, particolarmente delicata, richiede – si precisa nell’interrogazione  – un confronto diretto tra il difensore ed il proprio cliente al fine di poter nel modo migliore possibile e senza alcuna limitazione, tutelare gli interessi dell’imputato ed approntare, in comune accordo con il difeso, tutte le migliori strategie processuali volte a preservare e garantire quel diritto alla difesa garantito dalla Carta costituzionale e dalla legge”.

            Facendo proprie le considerazioni dell’associazione SDR, nell’interrogazione – precisa la presidente Maria Grazia Caligaris – si pone l’accento sulla necessità di rispettare la territorialità della pena, quale principio indispensabile per rendere il sistema più efficace ed efficiente e per evitare un inutile spreco di denaro pubblico.

             “L’applicazione di questo regime per i sardi – si legge nell’interrogazione – significa sottoporre le famiglie a viaggi lunghi e dispendiosi per i colloqui. La questione non è differente per i tantissimi detenuti che al contrario vengono mandati in Sardegna per scontare la pena. Occorre ricordare, anche a questo proposito, che la legge sull’ordinamento penitenziario prescrive che «nel disporre i trasferimenti deve essere favorito il criterio di destinare i soggetti in Istituti prossimi alla residenza delle famiglie». In Sardegna, esistono altre strutture idonee ad ospitare detenuti sottoposti all’articolo 14-bis della legge sull’ordinamento penitenziario (come Macomer, in provincia di Nuoro), facilmente raggiungibili dal difensore per poter adempiere al mandato professionale”.

 Cagliari, 23 dicembre 2010

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