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CARCERI: DETENUTO ALBANESE ESPULSO DA 48 GIORNI NON RIESCE A TORNARE IN PATRIA

3 dicembre 2010 Nessun Commento

“Un giovane detenuto albanese è in carcere a Buoncammino nonostante il Magistrato di Sorveglianza abbia emesso il 15 ottobre scorso i l decreto di espulsione in alternativa alla pena detentiva in gran parte scontata. Per il  rispetto del diritto a raggiungere la famiglia ha effettuato una settimana di sciopero della fame. E’ questa un’altra situazione assurda e anacronistica provocata dalle autorità diplomatiche albanesi che non hanno ancora rilasciato il nullaosta per il  ritorno in patria del concittadino”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, Presidente dell’Associazione Socialismo Diritti Riforme che ha ricevuto una drammatica lettera da Adrian Bali nato a Tirana il 31 luglio 1975.

                Nel corso di un colloquio con i volontari di SDR il giovane ha espresso la sua disperazione. Ho scontato la mia pena – ha detto – prima a Genova ed ora a Cagliari senza capire i motivi del trasferimento. Il decreto di espulsione del Magistrato di sorveglianza del Tribunale di Genova dott. Stefano Grillo ha posto fine alla mia detenzione. Tuttavia non riesco a raggiungere mia moglie e mia figlia che vivono nel comune di Paskugan alla periferia di Tirana. La mia patente è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza di Genova al momento dell’arresto per detenzione di sostanze stupefacenti. Sono però in possesso di un c<certificato di nascita che attesta le mie generalità. Nessuno mi spiega perché  debba continuare a stare ingiustamente in carcere.

                L’ufficio stranieri della Questura di Cagliari – precisa Maria Grazia Caligaris – ha provveduto a foto segnalare e a prendere le impronte digitali di Adrian Bali e le ha messe a disposizione dell’autorità albenese per fugare qualsiasi dubbio sulla identità del giovane che ha subito a Genova un processo, dIfeso dall’avv. Massimiliano Gemini ed una condanna definitiva a quattro anni e sei mesi di reclusione. Pagato il debito con la giustizia italiana ha diritto a tornare libero in patria come ha decretato il magistrato di Genova.

                Le autorità diplomatiche albanesi – conclude Maria Grazia Caligaris -  non possono ignorare il provvedimento mettendo in dubbio le generalità del connazionale. Oltre al danno per il cittadino Adrian Balì, che continua ingiustamente a rimanere in carcere,  vi sono i costi del mantenimento in carcere a carico dell’amministrazione penitenziaria italiana e i disagi provocati, soprattutto per il sovraffollamento, dalla permanenza ingiustificata, in un istituto di pena italiano, di un cittadino straniero.

 Cagliari, 3 dicembre 2010-12-03

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