CARCERI: ALBANESE ESPULSO DA OLTRE 2 MESI ANCORA DETENUTO A BUONCAMMINO
“Un giovane albanese è in carcere a Buoncammino nonostante il Magistrato di Sorveglianza abbia emesso il 15 ottobre scorso il decreto di espulsione in alternativa alla pena detentiva in gran parte scontata. Per il rispetto del diritto a raggiungere la famiglia ha anche effettuato lo sciopero della fame. E’ questa un’altra situazione assurda e anacronistica provocata dalle autorità diplomatiche albanesi che non hanno ancora rilasciato il nullaosta per il ritorno in patria del loro concittadino”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’Associazione Socialismo Diritti Riforme che ha incontrato, dopo aver ricevuto una drammatica lettera, Adrian Bali nato a Tirana il 31 luglio 1975.
Nel corso dei colloqui con i volontari di SDR il giovane ha espresso la sua disperazione. Ho scontato la mia pena – ha detto – prima a Genova ed ora a Cagliari senza capire i motivi del trasferimento in Sardegna. Il decreto di espulsione del Magistrato di Sorveglianza del Tribunale di Genova dott. Stefano Grillo ha posto fine alla mia detenzione. Tuttavia non riesco a raggiungere mia moglie e mia figlia che vivono nel comune di Paskuqan alla periferia di Tirana. La mia patente è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza di Genova al momento dell’arresto per detenzione di sostanze stupefacenti. Sono però in possesso di un certificato di nascita che attesta le mie generalità. Nessuno mi spiega perché debba continuare a stare ingiustamente in carcere.
L’ufficio stranieri della Questura di Cagliari – precisa Maria Grazia Caligaris – ha provveduto a foto segnalare e a prendere le impronte digitali di Adrian Bali e le ha messe a disposizione dell’autorità albanese per fugare qualsiasi dubbio sulla identità del giovane che ha subito a Genova un processo, dIfeso dall’avv. Massimiliano Gemini, ed una condanna definitiva a quattro anni e sei mesi di reclusione. Pagato il debito con la giustizia italiana ha diritto a tornare in patria come ha decretato il magistrato di Genova.
Le autorità diplomatiche albanesi – conclude Maria Grazia Caligaris – non possono ignorare il provvedimento mettendo in dubbio le generalità del connazionale. Oltre al danno per il cittadino Adrian Balì, che continua ingiustamente a rimanere in carcere, vi sono i costi del suo mantenimento a carico dell’amministrazione penitenziaria italiana e i disagi provocati, soprattutto per il sovraffollamento, dalla permanenza ingiustificata, in un Istituto di pena italiano.
Cagliari, 22 dicembre 2010
Con preghiera di cortese pubblicazione e diffusione nei notiziari radio-televisivi
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