Home » Diritti Civili, DOCUMENTI, In Evidenza, Iniziative, News

INFORMAZIONE: ASSEMBLEA SABATO 13 NOVEMBRE ORE 16, UNA BATTAGLIA DI CIVILTA’

10 novembre 2010 Nessun Commento

 

Accogliamo e condividiamo l’appello di Francesca Zoccheddu per una informazione di qualità e per il rispetto del lavoro dei giornalisti precari. Una ”battaglia di civiltà” che non riguarda solo gli operatori dell’informazione ma tutti i cittadini. 

Colleghi vivi e meno vivi (silenti :-))
io ci riprovo, insisto e spero non sia un appello che anche stavolta
cade nel vuoto.
Sabato 13, alle 16, nella sede di via Barone Rossi, si terrà
un’assemblea dei giornalisti precari. Io sono convinta sia
IMPORTANTISSIMO esserci, che si sia iscritti o meno al sindacato, che
si creda o meno nel sindacato.
A questo punto credo che la nostra sia una battaglia per la
sopravvivenza ed una battaglia di civiltà.
Per la sopravvivenza, perché non si vive più con questo lavoro, anzi.
Siamo lontani da quei mille euro considerati il minimo mensile, ma ben
lontani anche da 700-800 euro spesso.
Una battaglia di civiltà, perchè i nostri “editori” prendono, chi più
chi meno, tanto denaro pubblico che evidentemente non usano per noi e
neanche per i contrattualizzati, visto le crisi quotidiane soprattutto
nelle tv.
Cosa fare ? premetto subito che non sono iscritta al sindacato e che
penso che il sindacato abbia pochi strumenti per intervenire anche
solo sul fronte tariffe, si può fare tanto, anche se non sarà facile.
1) la battaglia per le tariffe è e deve essere una battaglia politica.
Significa che, come capita in tutti gli altri settori, chi eroga soldi
pubblici DEVE verificare come vengono usati e anche mettere vincoli e
limiti. Quindi, staniamo la politica. Basta pacche sulle spalle in
privato e inerzia quando si tratta di far qualcosa.
2) la nostra è una battaglia per la dignità del giornalista, per la
dignità del giornalismo, per la libertà di informazione. Chiunque,
associazioni cittadini sindacati colleghi politici, crede che
un’informazione libera e pluralista non possa pagare cinque euro lordi
il lavoro giornalistico deve essere coinvolto, informato, deve stare
dalla nostra parte.
3) Insieme a questa battaglia “politico-culturale” vanno avviate tante
iniziative che solo ordine e sindacato possono mettere in campo:
bacini, blocco delle scuole, verifica delle iscrizioni come
pubblicisti, possibilità di accedere all’esame laddove ci siano certe
condizioni che non possono essere legate solo al reddito annuale (è
ovvio che si tratta di un cane che si morde la coda!).
Per tagliar corto, è importante esserci sabato. Qualunque cosa
vogliamo fare, abbiamo bisogno di essere in tanti. Come verrà spiegato
sabato, anche in altre regioni si stanno organizzando, per cambiare le
cose dobbiamo avere numeri, coinvolgere quante più persone, informare
sulla nostra condizione. Non è un problema solo di giornalisti, nè un
problema solo di precari. Ci riguarda come cittadini elettori. E
questo lo devono capire anche i nostri politici. Utopie ? non so, io
dico solo PROVIAMOCI. Altrimenti muoriamo, come singoli come categoria
come cittadini che ancora si indignano.
francesca

Scrivi il tuo commento all'articolo

Per la pubblicazione i commenti dovranno essere approvati dalla redazione del sito.

E' possibile effettuare embed di qualsiasi oggetto multimediale o video (es. youtube-flickr) e utilizzare i seguenti tag:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

Questo è un sito abilitato ai Gravatar. Per avere il tuo avatar universale registrati su Gravatar.

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.