CARCERI: MOSTRA GIOIELLI FILET REALIZZATI DA 20 DETENUTE BUONCAMMINO
Una cinquantina tra bracciali, pendenti, girocolli, orecchini, pezzi unici realizzati con l’arte del filet da una ventina di detenute del carcere cagliaritano di Buoncammino, saranno in mostra nella Biblioteca della Scuola Media “Cima” dal prossimo 29 novembre al 4 dicembre. L’iniziativa è il frutto della collaborazione tra il Centro Territoriale Permanente della scuola media “Giuseppe Manno”, il Conservatorio di Musica “Pierluigi da Palestrina”, la sezione femminile della Casa Circondariale di Buoncammino, il laboratorio “Trina” di Mariangela Porcu e la scuola media Cima. L’appuntamento “Gioielli e Filet: dalla tradizione al moderno” è il risultato del progetto “I gioielli e il ricamo”, ideato e curato dalla prof.ssa Alba Demurtas e dalla maestra di filet Mariangela Porcu che hanno dedicato trenta ore alla formazione delle detenute. Il corso, che si è avvalso della collaborazione dell’area trattamentale di Buoncammino, diretta da Claudio Massa, con il coordinamento da Giuseppina Pani, si è sviluppato nell’arco di alcuni mesi. “La mostra-mercato allestita al centro di Cagliari è la dimostrazione – afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” – della forza che può sprigionarsi da un progetto culturale all’interno di un Istituto di Pena. E’ stata infatti non solo un’occasione per le detenute ma anche un momento significativo per la struttura che nonostante le difficoltà oggettive, è riuscita a far vivere esperienze positive a chi si trova in difficoltà”. “Durante le lezioni – ha spiegato Alba Demurtas – le detenute hanno scoperto come nascono i pavoni, i fiori, i tralci di vite con il ricamo filet e appreso a trasformarli in originali gioielli dai colori pastello. Non si è trattato solo un momento di svago per le donne ristrette ma anche di un’occasione per acquisire una competenza lavorativa spendibile sul mercato”. “L’obiettivo della Direzione è stata duplice – ha sottolineato Michela Cangiano, comandante degli Agenti di Polizia Penitenziaria – dare maggior senso e dignità al periodo della carcerazione e tentare di restituire alla società persone che in grado di effettuare scelte diverse da quelle criminali una volta scontata la pena. Solo proseguendo su questa strada è possibile dare al cittadino una sicurezza reale e duratura, non limitata al periodo di carcerazione”. “Un successo – ha aggiunto Cangiano – ancora più significativo in quanto frutto dell’impegno e del sacrificio personale di coloro che ogni giorno lavorano nel carcere tra i quali gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria, gli educatori e tutti gli altri collaboratori che operano in una situazione di estrema difficoltà caratterizzata da una profonda carenza di risorse materiali ed umane e, a volte, dall’indifferenza della società verso i problemi penitenziari”. Il ricavato della vendita sarà utilizzato per nuove iniziative destinate al carcere. Cagliari, 22 novembre 2010
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