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CARCERI: DETENUTO INCOMPATIBILE ANCORA RISTRETTO DA 10 MESI

19 settembre 2010 Nessun Commento

“Non sono ancora terminate le peripezie per Roberto Vinci, 38 anni, di Genoni. E’ incompatibile alla detenzione ma continua a subire il carcere ormai da dieci mesi. L’uomo, affetto da un grave disturbo depressivo cronico, con manie suicidarie, è nuovamente detenuto in una cella del Centro Diagnostico Terapeutico di Buoncammino dove viene costantemente monitorato attraverso una telecamera. Le sue condizioni sono peggiorate in seguito alla permanenza per oltre 90 giorni nell’Istituto di Pena di Torino. Un caso che inspiegabilmente non trova una positiva soluzione”. Lo denuncia Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” segnalando la vicenda del detenuto invalido all’80% proprio per la psicopatologia di cui è portatore, dichiarato incompatibile dai periti del Tribunale anche all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario. L’uomo, con una condanna a 20 anni, ha scontato 13 anni e mezzo di carcere. “È assurdo che una persona con una così grave sofferenza psichica – ha aggiunto Caligaris – possa essere beffata dal destino. L’uomo, tenuto di fatto in isolamento dentro un Istituto di Pena in cui non è possibile svolgere alcun tipo di terapia specifica, avrebbe dovuto essere accolto in una struttura di Stazzano (Alessandria). Il trasferimento a Torino, propedeutico al suo inserimento nella Comunità terapeutica denominata Ergon, si è trasformato in un periodo di osservazione psichiatrica nel carcere Lorusso-Cutugno con disappunto dei medici dell’istituto torinese. Nel frattempo il detenuto non ha ricevuto la visita degli operatori della Comunità di Stazzano ed è ritornato a Buoncammino in condizioni psichiche peggiori a quelle della partenza. Roberto Vinci, disperato, ha presentato un’istanza per incontrare il Procuratore Generale della Repubblica e intende segnalare la vicenda alla Corte Europea per i diritti umani”. “Il caso Vinci – sostiene la presidente di SdR – è un documento umano delle sofferenze aggiuntive alla privazione della libertà inferte a una persona gravemente provata. L’uomo infatti non solo non ha ancora trovato una collocazione in un ambiente idoneo alla sua malattia ma ha dovuto subire anche la sofferenza della lontananza dai familiari che non hanno potuto vederlo per oltre tre mesi. Nelle lettere inviate all’associazione e negli incontri in carcere manifesta un profondo disagio e chiede insistentemente di poter trovare una condizione di vita alternativa a una cella dove trascorre l’intera giornata”. “È evidente – ha sottolineato Caligaris – che la mancanza in Sardegna di strutture idonee ad accogliere soggetti affetti da patologie psichiatriche sta mettendo in luce una situazione drammatica. In un Istituto come Buoncammino, con un numero di agenti del tutto inadeguato, dove perfino i medici vivono una condizione di precarietà anche per il mancato passaggio alla Regione della sanità penitenziaria e dove si fanno i salti mortali per garantire il decoro, non può trovare ospitalità un detenuto incompatibile con il carcere e con l’ospedale psichiatrico giudiziario. Lo Stato in questo modo compromette la propria credibilità e si mette contro la legge di cui dovrebbe essere il principale fautore”. Roberto Vinci è affetto da disturbo bipolare dell’umore di tipo I e disturbo di personalità. Un anno fa gli è stata diagnosticata una lombalgia e nel mese di agosto 2009 ha subito due interventi chirurgici di nucleoplastica percutanea. In seguito a una risonanza magnetica gli sono state riscontrate due ernie del disco che gli provocano forti dolori. Sulla vicenda, nel mese di gennaio, era stata presentata un’interrogazione parlamentare dalla deputata radicale Rita Bernardini. Cagliari, 17 settembre 2010

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