SANITA’ PENITENZIARIA: SARDEGNA RISCHIA SANZIONI
“Il mancato trasferimento alle Aziende Sanitarie Locali della Medicina Penitenziaria rischia di essere pagato caro dalla Regione. Se infatti non provvederà ad attuare la norma entro il 2010 subirà una sanzione pecuniaria. La Corte dei Conti insomma farà sentire la sua autorevole voce”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, avendo appreso che, secondo quanto stabilito dal Ministero della Salute, la sanità penitenziaria sarà inserita nei nuovi LEA (livelli essenziali di assistenza) e costituirà il punto di vista critico della valutazione dei servizi ai cittadini.
“E’ ormai improcrastinabile – aggiunge Caligaris – un atto di responsabilità da parte delle Istituzioni considerando che la disciplina non ammette eccezioni neanche per le regioni a Statuto Speciale. Sorprende inoltre che nonostante l’emergenza derivante anche dal grave disagio vissuto dai detenuti, dagli agenti e dai medici penitenziari non si sia provveduto a un puntuale monitoraggio sui bisogni di ogni singolo istituto. La situazione sanitaria negli Istituti si è aggravata. In alcune carceri sono state sospese le visite specialistiche, mentre in altre sono aumentate le liste d’attesa e anche i farmaci sono garantiti esclusivamente agli indigenti. La mancata apertura del reparto protetto di Is Mirrionis a Cagliari pesa ulteriormente sulla situazione”.
“Nonostante i dati diffusi dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affermino un contenuto sovraffollamento nella complessità delle strutture carcerarie isolane (2.368 detenuti a fronte di 1.970 posti regolamentari – pari al 20% in più della norma) è evidente – rileva ancora la presidente di SdR – che esistono situazioni insostenibili. Basti pensare a Lanusei (Ogliastra) dove anziché 31 detenuti ce ne sono 65 (+109,68%), Tempio Pausania 58 invece di 29 (+100%), Macomer 85 al posto di 46 (+84,78%) e Cagliari 542 invece dei regolamentari 345 (+57,10%). Il numero di ristretti e la tipologia incide pesantemente sulla qualità della vita. Non si può infatti dimenticare che lo stato detentivo è di per sé una condizione che genera malattie”.
“La salute dei cittadini – conclude Caligaris – è un diritto costituzionalmente garantito. Sarebbe bene quindi chiudere al più presto questa partita augurandosi che la Sardegna non arrivi all’ultimo momento ad affrontare un tema delicato e importante per quanti operano nelle strutture ma soprattutto per tutti quelli che nei Penitenziari trascorrono una parte considerevole della loro esistenza per essere rieducati e reinseriti nella società seriamente accuditi nei bisogni che la salute impone”.
Cagliari, 29 settembre 2010
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